Peanuts, detachment

13 Agosto 2024

e una cinciarella

Saluti ai tanti amici convenuti, come al solito in questo periodo, nella bellissima Toscana. Vorrei essere con voi come sempre, ma non mi è possibile, devo smaltire tanto lavoro accumulato in mia assenza e di cui non sapevo niente. Non lo affermo per polemica con i miei collaboratori. Il nostro lavoro è così, si è spesso sommersi da ondate anomale. Può darsi che per Ferragosto possa venirvi a trovare, di passaggio. Con il caldo insopportabile di Roma, medito di rifugiarmi nella mia casetta in Abruzzo. Non è un eremo e non sarò sola. D’altra parte non sono mai sola e in particolare lì, dove tanta gente cortese viene e va, portando cibo, fiori e parole. La sera, però, un manto cupo di stelle si stende a perdita d’occhio, lambisce il profilo delle montagne e si nasconde dietro i grandi alberi di noce del giardino. Una pace totale, qualche geco o un topolino incuriosito fanno capolino sotto la porta, i cani sospirano nel sonno. Tutti dormono, come nell’immortale poesia di Alcmane. Sanno che il giorno dopo il parroco, che si è trasferito in una chiesetta nella vallata tra i monti, alle 5 in punto suonerà le campane chiamando i devoti alla messa. Sentirò i passi del sindaco, devoto eccellente, sulla bella scalinata di pietra bianca, poi quelli di qualche anziana signora vestita di nero per gli innumerevoli lutti della sua vita. Sopravvissute a tutto, scendono velocissime, come ragazze per un appuntamento d’amore. Mentre mi riaddormento, calcolerò quanti chilomentri in discesa e poi in salita bisogna percorrere per raggiungere la chiesetta e quanto sarebbe positivo iniziare la giornata così. Ma il suono delle campane si perderà con i miei sogni, si fonderà con il profumo della panetteria e diventerà una musica che non sarò capace di ricordare.
Ci sono altre cose che vorrei dirvi (ho letto la deliziosa richiesta di alcuni per un mini corso di Harmonium indiano e ci penserò con affetto e disponibilità) ma in questo momento una cinciarella si è posata sul ciclamino del terrazzo e, minuscola com’è, fa sorridere con la sua mascherina nera e un po’ severa sopra il blu della testa. Mi ricorda quanto può essere divertente la realtà e quanto eteree le impressioni e deduzioni che pure sono fonte di infinite e inutili sofferenze. Una lezione di distacco anche in questo dolce giorno d’agosto, previsto come denso di attività che sarà presto dimenticata. La mia, quella di tutti.
La cinciarella con un grido spicca il suo piccolo volo nell’aria arroventata e scompare dalla mia vita.
E io dalla sua.