In ultima analisi
9 Settembre 2024
è meglio arrendersi alla vita e alle sue modalità?
Ho scoperto che davanti a un bellissimo tramonto su un’isola fiabesca si può litigare. Ferocemente e per cose stupide. L’ego guarda raramente fuori di sè, sta sempre lì, imbronciato come un bambino viziato. L’estate così calda non ha favorito la pazienza e l’autocontrollo. Per quanto mi riguarda, avevo programmato piccoli viaggi in luoghi per me importanti, ma non ho potuto fare quasi niente. A fine luglio c’era stato un lavoro improvviso a Bergen, troppo importante per poterlo rimandare.. Ad agosto il covid è planato in formazione da falange macedone sulla mia famiglia per quasi tutto il mese. In quel piccolo “quasi” ho tentato di spiccare il volo, ma ero troppo stanca, accaldata, distratta. Si litigava per cose senza senso. Come appunto una sera, davanti al tramonto della foto. Avevo perso degli appunti ed è subito partito il processo. Jason (il pacifista) mi accusava di voler scrivere con la penna avendo a disposizione ogni tipo di pc. Ero misoneista, così disse.
Gli spiegai che quando frequentai un corso di sceneggiatura a NYC con Julia Cameron, ero costretta a scrivere con la penna su un quaderno le cosiddette “pagine del mattino”. Era talmente profonda la concentrazione che riuscivo a raggiungere che decisi di lavorare anche in seguito con quel metodo, usando il pc solo per trascrivere, se non era disponibile una segretaria.
“Sei ancora alla clava”disse lui con enfasi, come fa di solito
“E’ il mio metodo e non voglio cambiarlo” gli risposi, anche se non mi importava che lo sapesse.
“Adesso siamo tutti bloccati” il gran motivatore aveva deciso di non mollare.
“Basta, non rompere le scatole!” disse Nick, aggiungendo qualcosa nel suo piccante slang americano.
Da lì era scoppiato un litigio in grande stile. Tutti i presenti volevano dire qualcosa di cattivo agli altri. Una rissa verbale collettiva. Una faccenda del tutto inutile perchè in poco tempo gli appunti vennero riportati trascritti. Scesi in spiaggia ed entrai in acqua completamente vestita, sandali compresi. Mi sentivo vulnerabile e spiazzata da tutta quella rabbia di cui non avevo mai percepito l’esistenza. Perchè sul nostro pianeta non si fa altro che litigare? Forse è un modo di essere, nato sui social e perpetuato nella vita di tutti i giorni? Ma le persone che stavano litigando non si facevano influenzare da un basso modo di reagire, erano salde, coerenti, per niente influenzabili. Eppure qualcosa era successo che non sapevo spiegarmi.
A Findhorn, prima di cominciare il lavoro quotidiano, facevamo lo sharing, dando spazio ai nostri sentimenti della mattinata. Non era facile, ci si poteva scontrare, piangere, disperarsi. Ma poi con l’aiuto di un focalizer si arrivava all’attunement, la sintonizzazione. Solo allora si andava a lavorare, perchè avevamo sviscerato tutto e la negatività era sparita.
E’ l’errore più grande dare spazio inespresso alla propria frustrazione, chiudere mente e cuore, assecondare l’incapacità di adattamento all’ambiente.
Quando lasciai Findhorn sapevo che mi aspettava la verifica di tutto quello che avevo imparato, accettato e condiviso.
Ho fatto la mia parte.
Ma adesso vorrei tornare stabilmente in Scozia, a casa.
Lo dissi a Jason e mi rispose che sì, poteva capirmi, in fondo, ma proprio in fondo, non c’è niente di male ad arrendersi.