“I wanna be a guru”
10 Gennaio 2025
diceva il mio amico Max…
Ci sta ancora provando, ma evidentemente il destino lo porta ad essere “solo” un eccezionale direttore della fotografia.
Si diventa un vero leader spirituale non per scelta (infatti il Papa non lo è), ma attraverso un percorso che include la cosiddetta notte buia dell’anima, un periodo di profonda crisi in tutti i campi, di oscurità, di sofferenza sotto ogni profilo, di mancanza totale. Quando questo lungo momento finisce e si è ancora vivi, si è anche in grado di indicare la via ad altri.
Ho cercato e conosciuto personamente i più grandi guru della nostra epoca.
Eileen Caddy, cofondatrice della Findhorn Foundation in Scozia, l’ho raggiunta in un momento distruttivo in cui tutto quello che desideravo era restare tra le sue braccia amorevoli. Invece mi ha mandato a coltivare ortaggi e a pulire wc, intrattenendosi con me solo alle 6 di mattina, quando l’accompagnavo alla meditazione comunitaria. Ho imparato moltissimo in quel periodo, particolarmente il “letting go” e cosa significa “amare incondizionatamente”.
Poi conobbi Mooji a Mount Sahaja in Portogallo e lui con uno sguardo divertito e affettuoso polverizzò tutte le domande che avevo in mente di fargli. Ho già raccontato più volte questa esperienza, non mi ripeto.
Ultimamente un’altra sterzata sul cammino mi è venuta dal contatto con la meravigliosa Mother Meera, che ha completato, sorridendo e mostrandomi l’incredibile, l’opera di distruzione dei condizionamenti.
Mi sono armata fino ai denti in questa ricerca della libertà e ho una bellissima armatura per combattere preconcetti, paranoie e altri derivati grassi dell’ego. Tutto si ripresenta, il percorso è infinito.
Il 30 dicembre sono andata a un concerto di Giovanni Allevi, il guru di tante persone sofferenti che vedono in lui una modalità di pensiero nuovo: la malattia come fonte di ispirazione e rafforzamento psicologico. Allevi ha dichiarato di vivere in un “presente allargato” perchè non sa se avrà un domani. Ma neppure noi che siamo in salute abbiamo alcuna certezza, se non questo fragile presente. Il suo esempio è quindi fruibile da tutti per accantonare i consigli che ci sibila nell’orecchio interiore mister Ego, fonte di ogni sofferenza.
Io sono un dottore, io sono un pianista, io sono un falegname, io sono uno sfigato…non significa niente.
Togli l’identità personale e resterà “io sono”.
Rimani lì, con l’essenza, e ammira la sua bellezza.
“Ci sono 0 gradi stamattina a Milano, eppure io cammino, cammino, cammino.
Non voglio darla vinta al dolore.
Intanto nella mente dirigo il mio concerto per violoncello, che sta venendo alla luce.
Anche se le cose non vanno per il verso giusto,
dobbiamo aprirci allo splendore della vita.” Giovanni Allevi
Grazie a tutti questi fantastici maestri.