La barra di ripresa o…da capo

4 Novembre 2024

Se qualcuno ha occasione di leggere uno spartito per pianoforte, troverà prima o poi una grossa linea verticale con due punti: è la barra di ripresa o il "da capo". Significa che quando avrà ultima...

Se qualcuno ha occasione di leggere uno spartito per pianoforte, troverà prima o poi una grossa linea verticale con due punti: è la barra di ripresa o il “da capo”. Significa che quando avrà ultimato di suonare una sezione della partitura, magari piena di difficoltà, deve riprendere tutto dall’inizio. A nessuno piace farlo, ma queste sono le regole imposte dal compositore.
Viene da chiedersi: è una metafora della vita?
Tornare indietro, ricominciare, infilarsi ancora in situazioni già vissute e superate almeno apparentemente, significa che il tuo karma, cioè la tua sperimentazione su questo piano esistenziale, non è soddisfatto. Le luci del proprio destino segnano sempre la stessa strada e ci si aspetta, da qualche parte, che tu ne capisca il senso. Se ciò non avviene, appare la barra di ripresa. Il “da capo”.
E’ ciò che mi è capitato da alcuni mesi a questa parte, di trovarmi in situazioni vecchie, ripetitive e dolorose. Ci sono caduta dentro nonostante ne avessi fatto già esperienza. Ho subito,tra l’altro, anche una violenta aggressione di cui porto ancora i segni. Mi era capitato con la stessa modalità in Inghilterra qualche anno fa: scatenare energie negative di sopraffazione mentre cammino tranquilla pensando ai fatti miei.
La ripetizione di eventi ha un senso preciso.
Mi diceva Eileen a Findhorn: “Se una lezione non l’hai capita, la vita te la ripropone”
E suor Maria, la mia prima dolcissima insegnante di piano:” Per imparare la struttura della musica e della vita bisogna fare molti esercizi.”
Per quanto mi riguarda ho capito che dovevo lasciare il controllo, abbandonarmi a qualcosa di più alto rispetto alla mia limitata identità personale, lasciar fluire gli eventi senza paura, nella consapevolezza che non posso in alcun modo dominarli.
Il maestro Giovanni Allevi, profondamente toccato da una spaventosa malattia, ha detto:” Il mio domani è un presente allargato, dove ogni alba è una promessa e ogni tramonto un arrivederci.”
Questa è la giusta prospettiva, e la vita è solo una tappa di un viaggio di realizzazione infinito in un universo in eterno perfezionamento. Nulla ci appartiene, come noi non apparteniamo a nessuno.
Non è straordinario? Che senso meraviglioso di libertà dà la nostra vera natura!
Anche voi che mi leggete non aggrappatevi a niente. Aprite le mani e lasciate andare. Non serve altro.